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Pacentro

Bellezza artistica e paesaggistica

Il piccolo Borgo conquista con il suo tessuto urbanistico dal sapore antico immerso in un territorio dalla natura incontaminata. La meraviglia di questo borgo è subito evidente. La visione panoramica del vecchio paese dalla località Muscarella, o la visione aerea dalla “curva di Agnese”, da dove sembra snodarsi come un serpente di pietra che s’inoltra nel bosco, introducono in un’altra dimensione. È come oltrepassare una porta da tempo abbattuta. Chiudere gli occhi e aprirli su una selva di torri, anche se diroccate o mozzate. Pacentro è il tipico borgo capace di offrire infinite suggestioni. La località è un intricato susseguirsi di case e tetti fino alla sommità della collina, che si raccoglie tutt’intorno alla Piazza del Popolo caratterizzata dalla monumentale fontana del Seicento e dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore o della Misericordia, con la meridiana sul portale.Passeggiare tra i vicoli di Pacentro è senza dubbio un’esperienza piacevole e ricca di stimoli, in quanto le ottime condizioni del centro antico consentono di scoprire luoghi e scorci affascinanti e suggestivi: per ripide scalette e archi e porticati, le antiche case raccolte conservano nella pietra e nei lavori d’intaglio del legno e del ferro battuto i segni della storia, insieme alle splendide facciate dei palazzi nobiliari, con imponenti portali sovrastati dagli stemmi delle famiglie proprietarie, e agl'intricati intarsi dei portali delle belle chiese di quello che è stato per secoli uno dei villaggi più importanti della zona.
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Pacentro

Perla d'Abruzzo

Orgoglioso del proprio passato, nella prima domenica di settembre Pacentro organizza la Corsa degli zingari, durante la quale giovani a piedi nudi percorrono un percorso accidentato, partendo dal Colle Ardinghi fino alla Chiesa della Madonna di Loreto. A Pacentro l’artigianato artistico vanta una tradizione secolare e consiste nella lavorazione della pietra bianca della Maiella, delle statuine in terracotta per il presepe, dei filet all’uncinetto e dei costumi femminili abruzzesi. In particolare, la lavorazione della terracotta – che ha avuto il suo maestro in Peppino Avolio (1883-1962), autore di mammuccje per il presepe che fissavano nell’argilla le fogge, gli ornamenti e i colori di un folclore tra i più interessanti d’Italia – sta riprendendo dopo un periodo di decadenza, grazie a validi artigiani. L’antica arte dello scalpellino in Abruzzo ha invece prodotto nei secoli i capolavori che si possono ammirare nelle decorazioni di case, chiese e palazzi nei centri storici.
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dove il tempo si è fermato

Il borgo è stato inoltre uno dei più importanti e noti centri dell’aquilano per l’abilità e la laboriosità paziente delle sue donne, che filavano e tessevano la seta (i fazzoletti di Pacentro erano già rinomati nel XVIII secolo), il lino e la canapa ed erano maestre nell’arte del ricamo. Ancora oggi splendidi sono i lavori all’uncinetto e di ricamo: bomboniere, centri, copriletti, tovaglie, ecc. La pastorizia ha prodotto sostentamento artigianale, cultura della conservazione dei valori poveri e popolari e piatti tipici semplici e tradizionali, come la tipica polta: zuppa di cavoli, patate e fagioli. Il borgo è immerso nel Parco Nazionale della Maiella e ne è il cuore. Lo testimoniano i boschi e le faggete che lo circondano e le meravigliose escursioni Cooperativa Stella Alpina e passeggiate naturalistiche organizzate nella zona. È un vero eldorado per i naturalisti! Da Passo San Leonardo (1280 metri slm), ci si può cimentare nella lunga escursione verso la vetta del monte Amaro (2793 metri slm) oppure nei numerosi sentieri segnalati all'interno del Parco.
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